XFIRE

Consulenza sicurezza sul lavoro: serve ancora alle aziende?

Nonostante dai dati si percepisca un minimo miglioramento, di lavoro si continua a morire e un’efficace consulenza sicurezza sul lavoro da parte di specialisti è indispensabile.

Sicurezza sul lavoro: a che punto siamo nel 2023?

IL 30 giugno di ogni anno, l’INAIL pubblica gli OPEN DATA a livello nazionale relativi alla sicurezza sul lavoro, con riferimento ai numeri sugli incidenti sul lavoro. Nel primo semestre del 2023, rispetto all’analogo periodo del 2022, si nota un decremento dei casi, passati dai 340.784 del 2022 ai 252.675 del 2023 (-25,9%).

In particolare i settori più virtuosi per la sicurezza sul lavoro sono l’Industria e i servizi (dai 313.474 casi del 2022 ai 226.964 del 2023), con un -1,1% in Agricoltura (da 12.612 a 12.471). Comunque si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare la Sanità e assistenza sociale (-73,1%), l’Amministrazione pubblica, che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-63,2%), e il Trasporto e magazzinaggio (-55,2%). In controtendenza alcuni settori del comparto manifatturiero, come quelli delle bevande (+17,4%), dell’abbigliamento (+8,7%) e dei prodotti chimici (+2,2%). L’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nelle Isole (-29,2%), seguite dal Sud (-28,7%), dal Nord-Ovest (-25,6%), dal Centro (-22,1%) e dal Nord-Est (-14,3%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Campania, la Liguria, il Molise e l’Abruzzo.

Il calo che emerge dal confronto tra il primo semestre del 2022 e del 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -35,6% (da 165.055 a 106.305 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -12,4% (da 217.233 a 190.360). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-25,4%) sia quelli comunitari (-18,9%) ed extracomunitari (-3,1%). Dall’analisi per classi di età emergono diminuzioni in tutte le fasce, tranne tra gli under 20 (+13,1%).

 

Anche le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale, presentate all’Istituto nei primi sei mesi di quest’anno, sono diminuite. Parliamo di 450 morti, 13 in meno rispetto ai 463 registrati nel periodo gennaio-giugno 2022, 88 in meno rispetto al 2021, 120 in meno rispetto al 2020 e 32 in meno rispetto al 2019.

Come leggere i dati per una consulenza sicurezza sul lavoro davvero efficace

Un esperto di consulenza sicurezza sul lavoro, Marco Vacca, CEO di XFIRE, non vede la situazione così rosea e anzi fa notare che dall’analisi per classi di età, emergono diminuzioni in tutte le fasce, tranne tra gli under 20 che invece registrano un incremento del 20,1%. Si tratta dei giovanissimi occupati in uno stage o in alternanza scuola-lavoro. “Tutti ricordiamo Lorenzo Parelli, morto il 21 gennaio 2022, schiacciato a Udine nel suo ultimo giorno di stage! Ma io non voglio fare terrorismo su questi dati, già terribili, voglio solo ricordare che la formazione prevista per stagisti tirocinanti o studenti lavoratori part-time, è la stessa prevista per tutti i lavoratori. Detto in termini più normativi… in ottemperanza all’Accordo Stato Regioni, deve essere impartita una formazione generale lavoratori, della durata di 4 ore ed una formazione specifica in base al ruolo da ricoprire. Il datore di lavoro ne è responsabile e chi deve vigilare che questo accada è l’Ispettorato del Lavoro.”

Dal 2010 l’INAIL eroga un finanziamento annuale a fondo perduto per rimborsare dal 50 al 65% delle spese che le aziende investono in consulenza sicurezza sul lavoro, sia in termini di attrezzature, manutenzione e anche formazione. Altro dato importante è che le domande presentate ogni anno dalle aziende superano le 200mila! Ma allora cosa non funziona? “Delle molte aziende che in teoria avrebbero diritto allo stanziamento, il 35% non viene ritenuto idoneo dalle commissioni tecniche regionali, perché la domanda risulta incompleta o non rilevante in termini di miglioramento per la sicurezza. Le commissioni sono però regionali, diverse quindi, non c’è uniformità di valutazione, magari alcune regioni sono preparatissime sull’industria chimica ma non sull’edilizia, oppure sull’agricoltura, quindi talvolta non sono in grado di valutare correttamente il progetto presentato…Il triste finale di questa storia è che quasi la metà degli stanziamenti per la sicurezza sul lavoro, non viene distribuito, insomma i soldi sono fermi nelle casse regionali!, spiega Marco Vacca.

 

E’ evidente che nonostante la normativa e le sanzioni per chi non la rispetta, c’è molto che non funziona. C’è una soluzione per cambiare le cose?

Serve una comunicazione più pop per la consulenza sicurezza sul lavoro

Credo che il vero problema sia che la sicurezza sul lavoro è spesso percepita come un adempimento, un obbligo, qualcosa che non fa piacere ma che bisogna fare per legge. Ecco perché non funziona. Vengo definito dai colleghi “sovversivo”, ma sono profondamente convinto che bisogna davvero sovvertire la cultura! Mi spiego meglio: occorre cambiare lo stile comunicativo e la visione di quello che è la sicurezza sul lavoro. Bisogna “sensibilizzare” piuttosto che “sanzionare”. Innanzitutto perché la sensibilizzazione viene prima dell’incidente, fa parte della prevenzione, invece la sanzione implica spesso che qualcosa è già successo e che quindi è già troppo tardi. E poi perché sensibilizzare significa rendere consapevoli i lavoratori stessi dell’importanza della sicurezza sul lavoro. Vorrei che al prossimo corso di formazione, quando viene chiesto chi è il responsabile della sicurezza sul lavoro, si alzi un coro di “tutti i lavoratori sono i responsabili della sicurezza sul lavoro!”, perché è un diritto prima di essere un adempimento”.

Leggi l'articolo originale su